domenica 9 settembre 2012

La curiosità uccide il Gatto - Approfondimento

Titolo: La curiosità uccide il gatto
Autore: Blake B. 
Prezzo: € 14,00
Pagine: 202 
Trama: L’anagrafe per Zora Von Malice si ferma all’età di 27 anni. Si risveglia nella condizione di vampiro, in una villa abbandonata e decadente della collina torinese. Non ricorda nulla e comunque non le importa. Si tiene alla larga dagli umani, dai suoi simili, dalla vita. L’unico elemento di congiunzione tra le sue due esistenze è una chiave che porta al collo. Simbolo determinante del suo passato che si impone di ignorare con dedizione e costanza. Scavare implica soffrire e lei non ne vuole sapere. Tutti mentono, la chiave parla.
Dominata dalla curiosità inizia un percorso di sangue e omicidi spietati, ignara del conflitto tra l’unico essere che la protegge e la creatura malvagia che sta progettando la sua morte. La stessa creatura che da anni scuote la città di Torino con violenti omicidi. Le vittime sono solo donne dai capelli rossi. Lo stesso colore di Zora.

Scarabocchio PIù approfondito: Chi mi segue da un pò, si stupirà della mia seconda visita per parlare di questo libro ma.... Diamo a Cerare quel che è di Cesare.
Ho avuto modo di mandare la mia prima Recensione alla scrittrice e riceverne in cambio una risposta carica di domande, (giustamente) dubbi e un pizzico di risentimento. Così ho deciso di rimettermi qui e dare un parere più approfondito per chiarire le idee a voi e a lei.
Ho parlato della presentazione del libro in maniera negativa, non perchè non avessi compreso quello che la scrittrice intendeva dirci ma per il semplice motivo che a me, parole del genere suscitano spesso un campanello d'allarme. Spesso mi sono ritrovata a leggere pensieri del genere, dove autori decantavano l'originalità dell'autore emergente per poi, ritrovarmi tra le mani una storia vista e stravista oppure sviluppata male. Questo libro (come ho detto l'altra volta) non è brutto e non è scritto male, a parere mio è stato  solo sviluppato in maniera inappropriata. 
"A primo impatto non sapevo cosa aspettarmi. Come è stato scritto nel libro, l'idea di parlare ancora di Vampiri fa partire la lettura in maniera prevenuta e a parere mio, se viene specificato nella presentazione, allora è già scontato che tra le mani mi troverò qualcosa di poco originale. Diciamo che ci avevo quasi azzeccato."
Nella prefazione, bisogna sempre giocarsela bene perchè se mi si parla di originalità allora poi pretendo questo fattore. Non che qui non ci sia ma sarà il fatto che è una saga, sarà che in 202 pagine secondo me non si ha la possibilità di sviluppare bene una storia, mi sono sentita un pò delusa. Troppe domande aperte, troppi personaggi che entrano senza avere alle spalle una spiegazione.... Chi sono le persone che vogliono morta Zora? La sua amica, che fine ha fatto? (si Blake, anche io rientro nella categoria di persone che se lo chiedono, anche se non l'ho detto) Perchè il figlio della sua amica, non lo percepisce come Preda? Perchè lei è totalmente impegnata a pensare a se stessa e non a quello che la circonda? Come fa a non capire che il bel tenebroso (Clave) centra qualcosa in tutto quello che le è successo? Perchè la chiave si anima e ustiona Zora e Clave? Mille sono le domande e troppe non hanno avuto risposta o un'adeguata spiegazione. 
Tutto verrà chiarito in futuro? Me lo auguro! Sarebbe un dramma altrimenti, perchè si è alimentata la curiosità per nulla.

Passiamo al titolo.
"Cosa centra con il libro?! Dove sta il gatto? Sarà forse Zora? Non trovo nessun collegamento e questo è male... Molto male! Io sono la prima a comprare grazie al titolo e se quello non corrisponde con il resto..... Che fiducia posso dargli? Mi era già capitato di trovare un libro con un titolo che non ci stava manco a pagarlo oro e mi ha fatto arrabbiare. Trovare il titolo appropriato è la cosa fondamentale. Un pò come quando scarichi un film che volevi da una vita e poi trovi dentro un porno..... Insomma! NO!"
"La curiosità uccide il Gatto" è un proverbio Inglese e manca un pezzo (stando a quello che Internet dice). "La curiosità uccise il gatto... ma la soddisfazione lo riportò in vita." Ora, io non sono una grande conoscitrice di proverbi italiani, quindi quelli inglesi sono sconosciuti. Il proverbio intero ha anche il suo significato ma rimango comunque dell'idea che titolo e libro non riescano a creare quel mix perfetto che (a parere mio!!) dovrebbe esserci.  
"Premesso che il libro non si rivolge a tutti quei lettori piatti e  preconfezionati dalle CE che vendono merda solo grazie al marketing, io non  comprerei mai un libro dal titolo scontato, tipo Bacio insanguinato per una storia di vampiri... o qualche altra stronzata del genere. Se avessi approfondito quella frase, o me l'avessi semplicemente chiesto, ti  avrei spiegato che La curiosità uccide il gatto, è un proverbio inglese che,  
non solo fa parte del dialogo iniziale nel primo flashback con Zora e Crave, ma  

rappresenta benissimo lo stato d'animo di tutti i personaggi che ruotano  

attorno a Zora, oltre a essere il leitmotiv dell'intera storia. Tutti cercano  

qualcosa in questa storia."

Ora, tralasciando il fatto che mi sento presa un pò di mira per la categoria di tutti quelli che leggono i libri delle Case Editrici, non c'è bisogno di diventare matti per trovare un titolo originalissimo in modo da non ricadere nella banalità. Il titolo deve essere sentito, deve appartenere a quello che si è scritto. Il fatto che venga detto nel dialogo iniziale, non cambia quello che mi ha lasciato. Doveva essere ampliata di più questa sensazione, doveva farsi sentire molto di più. (inoltre, tenendo fede a quello che internet dice, dovrebbe essere "La curiosità uccise il gatto" e non "La curiosità uccide il gatto". Se devo fare la fiscale......eh)



Mi spiace aver ricoperto il ruolo della pecora nera per prima ma quello che mi ha lasciato, non è molto. Io valuto un libro in base a quello. Il fatto che "il caos iniziale è generato volutamente, infatti la trama è a intreccio ma non è poi così caotica, altrimenti nessuno lo avrebbe capito (l'ha letto pure mia madre che ha 60 anni)." sia stato letto da una persona non giovanissima e sia stato compreso, non da la certezza che poi TUTTI siano di quell'idea. Per la scrittrice la storia è capibile così ma ricordiamoci che lei sa com'è nata e come si svilupperà in futuro, noi (io) non sappiamo nulla. Come diciamo spesso al lavoro, quello che scriviamo o diciamo, deve essere a prova di scemo. Non è sempre facile, a volte anche io non lo faccio ma è una tecnica sicura e vantaggiosa.


A vostro beneficio, cosa che tendenzialmente non faccio mai, mi ritrovo qui anche per illuminarvi meglio sulla trama di questo libro. "Zora è una vampira da pochi anni, non solo non si ricorda nulla della sua vita precedente ma non vuole nemmeno scoprirlo, fino a che non incontra un grosso e affascinante Vampiro che la scombussola e un giovane umano che non riesce a vedere come possibile preda. Il tutto, condito con un perfido Vampiro che la vuole morta (ma lei non lo sa) e una chiave che ha da sempre ma che non sa a cosa serve e che si "comporta" in maniera al quanto bizzarra." Queste poche righe pare non siano abbastanza, che siano troppo semplificate e banali, quindi, per accontentare tutti, cercherò di essere più pignola e incrocio le dita, sperando di essere coinvolgente come sempre.

Zora è una vampira giovane che non ricorda nulla della sua vita da umana e si divide tra il totale disinteresse e un pò la vergogna di non sapere nulla della sua trasformazione (è un conflitto di pensiero!). Per diciotto anni si nasconde e fugge da tutto quello che potrebbe aiutarla a scoprire qualcosa di se, fino a quando non incontrerà un'affascinante Vampiro di nome Clave, che gli scombussolerà la vita. Da quel momento in poi nulla sarà più come prima, perchè Zora troverà dei pezzi per il suo puzzle interiore ma anche molte altre domande, incontrerà senza accorgersi (ah bene!!!) gente che vorrebbe ucciderla (ma perchè?!?!?!?!?) e legami affettivi che non ricorda ma sente nel profondo. Il tutto condito con un legame particolare con una chiave che ha da sempre al collo e che ha comportamenti bizzarri in certe situazioni.

Sono stata chiara? In 202 pagine non c'è molto altro da dire, potrei anche farlo ma rovinerei le sorprese che ci sono.
Ora, essere qui mi da un leggero fastidio, perchè mai mi è capitato di essere in questa posizione, però è anche giusto entrare nel dettaglio (" ti ringrazio comunque per aver dedicato del tempo al mio libro, ma
effettivamente mi aspettavo qualcosa di più proprio perchè c'è tanto materiale che poi verrà trattato e spiegato"). Questo libro non è da cestinare, non sono stata solo negativa ma dopo svariate recensioni bellissime, perchè devo dare spazio solo a quello e non dare spazio a quello che secondo me non va? Non sono cattiva o insensibile, però è giusto dare peso anche a questo. Forse la decisione di dare molto più spazio a quelle cose può non essere piaciuta ma non è stato fatto per dare fastidio. Spero di essermi spiegata e spero di non dovermi trovare più in questa posizione. 

Pulcini miei, a presto! ^^

4 commenti:

  1. Io, se posso permettermi, dico solo una cosa. Quando un autore propone "la sua creatura" lo fa a suo rischio e pericolo, perchè qualcosa di oggettivamente bello cmq non esiste, e al lettore può piacere o meno.Io mi sono trovata molto in difficoltà con alcuni autori emergenti proprio perchè si sono sentiti offesi dal mio pensiero, nemmeno fosse una verità assoluta e universale. Cioè... ho criticato best sellers, non posso criticare il libro di un esordiente? E attenzione, cerco sempre di farlo in modo costruttivo, spiegando al meglio cos'è che non mi ha convinto.Non credo inoltre che le case editrici che possono permettersi del marketing vendano solo merda e sinceramente io comprerei anche un romanzo dal titolo scontato, purchè pieno di contenuti.

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  2. Questa mia decisione di dare un approfondimento, è stata discussa e non in maniera positiva. capisco quelli che mi chiedono il motivo per questo approfondimento e capisco chi mi dice che usare stralci di quello che mi è stato detto in privato non è carino MA mi sono sentita punta nel vivo. Cerco sempre di essere giusta ma non posso averne la certezza. Ho voluto condividere qui l'approfondimento, non per rimediare a quello che ho fatto prima ma a far capire che dietro a quello che dico, c'è un mondo e che prima di pubblicare qualcosa, ci ragiono.Questo caso sarà anche l'unico, non tornerò più ad approfondire qualcosa.Le parole che ha usato, sono state troppo e questo non mi va. Come dici tu, un libro non è mai perfetto e se mi chiedi un parere, io te lo do

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  3. Non leggerò mai questo libro non solo perché il tuo post, anziché epurarla, fa apparire quest'autrice come un'insopportabile arrogante so-tutto-io, ma soprattutto perché da quanto emerso dallo stralcio di mail che hai pubblicato questa ragazza usa la punteggiatura 'a cazzimme', come direbbe mio padre, e uno scrittore che non sa usare la punteggiatura nel 90% dei casi è un cattivo scrittore. Tant pis, sai cosa penso di questo tuo intervento, non credo ci sia bisogno di ribadirlo... aggiungo solo che hai tutto il nostro appoggio nel caso ti si ripresentasse un caso del genere: per qualunque cosa, noi del gruppo siamo con te <3

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“Ciò che è stato scritto senza passione verrà letto senza piacere”
(Samuel Johnson)

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